CINEKAG
start ore 21:00
“PAPRIKA” DI SATOSHI KON (2006)
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Tratto dall’omonimo romanzo di Yasutaka Tsutsui, “Paprika” è il quarto lungometraggio di Satoshi Kon, prodotto dalla Madhouse nel 2006 e presentato in concorso alla 63° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.
TRAMA:
In un futuro prossimo un sofisticato dispositivo è in grado di penetrare nell’inconscio e di interagire con i sogni, registrandoli come un film e aprendo nuove prospettive nei trattamenti dei disturbi psichici. Quando la glaciale e dimessa psichiatra Chiba e il goffo e geniale scienziato Tokita sono sul punto di terminare la sperimentazione e mettere a punto un efficace metodo terapeutico, alcuni prototipi del rivoluzionario congegno vengono trafugati da un misterioso “ladro di sogni”. In seguito ai gravi incidenti causati dal folle psico-terrorista, il detective Konakawa, un agente della polizia ossessionato dal cinema, entrerà in azione e nelle indagini sarà affiancato dalla vivace e grintosa Paprika, brillante alter ego onirico della dottoressa Chiba, che lo guiderà nell’esplorazione dei più intimi recessi del subconscio.
A otto anni da “Perfect blue”, Satoshi Kon torna a indagare il lato oscuro della psiche disegnando un nuovo e intrigante thriller. Si tratta di un’opera meta-cinematografica, un’apocalisse onirica che spinge fino alle estreme conseguenze quella fusione dei piani del reale, del sogno, del web e del cinema, che già il regista aveva sperimentato con la sua opera prima. Il romanzo è, per l’autore, un alibi per dare libero sfogo alla sua sfrenata creatività visionaria, e la macchina degli anime nelle sue mani diventa uno strumento ideale per dare vita alle invenzioni dove il tempo e lo spazio si frantumano in un caleidoscopio di suggestioni immaginifiche. Un’alluvione psichedelica inonda lo schermo cinematografico che diventa uno specchio magico in cui la realtà e la fantasia si sovrappongono e si confondono progressivamente, sfumando il confine tra sogno e incubo.
Ad alimentare le fiamme di questo delirio troviamo il direttore della fotografia Michiya Kato, che manovra i fili della macchina scenica per tradurre in immagini filmiche le astratte visioni e le idee del regista. Con un uso massiccio ma controllato della CGI, raggiunge nuove vette di abilità tecnica unita a una forte valenza artistica.
Da menzionare anche l’eccellente lavoro dell’art-director Nobutaka Ike. I suoi fondali sono impeccabili. Salta agli occhi la differenza tra le tonalità cromatiche sobrie e delicate degli scenari ‘reali’ e i colori acidi, vividi e abbaglianti del mondo dei ‘sogni’.
Le musiche di Susumu Hirasawa completano idealmente il film. Fin dalla bellissima e originale sequenza dei titoli di testa, il compositore si produce in una performance eclettica e sfaccettata, alternando sonorità classiche da film giallo a iperbolici vocalismi distorti e mediati dall’elettronica e dal digitale.
Con “Paprika” Satoshi Kon ha dimostrato un’acutissima sensibilità estetica e una notevole conoscenza del rapporto arti visive/psicanalisi, si è confrontato con la scienza di Freud e con il cinema, usando l’animazione come personale rielaborazione artistica e, ancora una volta, è riuscito a esprimere il suo originale immaginario narrativo obliquo, ricco di intuizioni e contaminazioni in un film che ne ha segnato la definitiva consacrazione.
recensione di bob71 www.animeclick.it